Quando Francesco e Dina sono venuti per la prima volta nel nostro studio e hanno cominciato a raccontarci della loro idea di matrimonio siamo rimasti immediatamente affascinati.
Hanno deciso di integrare le tradizioni del rito arbëreshë, la comunità albanese presente nelle nostre zone, in modo da avere un matrimonio moderno ma con alcuni elementi del folklore antico.
Una tradizione non si rispetta riproducendone la formula ma esaltando i significati.
Questa frase è stata il leitmotiv che ha guidato Dina e Francesco durante tutta la fase dei preparativi. Non volevano scimmiottare la tradizione, ma riprenderne i suoi ideali e i suoi momenti salienti per recuperare il vero significato di quelle ritualità e di quei gesti.
La tradizione di Plataci
L’incedere della sposa verso la chiesa è accompagnato da danze benauguranti, ballate da un corteo di ragazze abbigliate con l’abito tradizionale arbëresh, costituito da una camicia con un ampio colletto di pizzo, una gonna rossa con l’orlo trapuntato in oro e un grembiule blu con ricami in oro.

Il corteo della sposa
Il lungo corteo ha visto la partecipazione di tutti gli invitati e il paese, che aspettava l’arrivo della sposa e del suo corteo nuziale mentre si avviava verso la chiesa a piedi.
Davanti alla sposa stavano i suonatori che annunciavano il suo passaggio a tutti.
Un modo davvero romantico di arrivare all’altare!


Il rito Arbëresh
Nella cerimonia greca-ortodossa che è stata celebrata per Dina e Francesco, ritroviamo alcuni dei simboli più importanti del rito matrimoniale. Dopo lo scambio della promessa di fedeltà, infatti, è stato celebrato il vero e proprio rito del matrimonio o dell’”incoronazione”.
In questo momento i due sposi diventano “corona” l’uno dell’altra, ovvero un completamento dell’immagine divina, uno strumento potenziale di salvezza l’uno per l’altra.
L’incrocio delle corone è accompagnato dalla formula recitata dagli sposi:
– Il servo di Dio Francesco riceve come corona la serva di Dio Dina, nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, amen
– La serva di Dio Dina riceve come corona il servo di Dio Francesco, nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, amen
Terminato questo rito, gli sposi iniziano la via della condivisione, ovvero sanno che le decisioni che prenderanno non dovranno mai essere a senso unico, ma essere il risultato di una decisione valutata e condivisa da entrambi.



La condivisione del pane degli sposi: il cugliaccio matrimoniale
In questa precisa fase del rito cristiano d’Oriente, si inserisce una particolare “condivisione”, ovvero un pane speciale, preparato appositamente per la formazione del nuovo “nido” d’amore: il cugliaccio degli sposi.

La festa: la modernità
Dopo la parte tradizionale gli sposi hanno deciso di proseguire la festa in modo “moderno”, con balli, buon cibo e tanto divertimento, il modo più bello per suggellare un matrimonio davvero sospeso tra tradizione e contemporaneità.







